Descrizione
Peter Willburger & i suoi amici
Il Mediterraneo per Peter Willburger è quello di Ulisse ma anche il Nord Africa, quindi il Marocco, la Tunisia di Klee. La Spagna di Escher, la Sicilia di Nicolas de Staël, l’Italia Meridionale di Kokoschka. È il Sud quale punto di una geografia dell’immaginario, punto di approdo, divenuto il luogo ove fermarsi, metter su casa. Stabilire una relazione duratura con il mistero di una luce zenitale, con i lunghi respiri che scandiscono i giorni. Le ombre che, nette, s’insinuano nei corpi, nella materia, nello spazio, affogando nell’oscurità di riti che rendono il mito vivo.
Il percorso mentale dell’artista
L’artista traccia, sulla sua mappa mentale, una linea retta: dal Tirolo alle coste cilentane, dall’Austria mitteleuropea alle terre della mitologia, alla sponda estrema della Grecia classica che Peter guarda come ultimo avamposto, in quegli anni (il viaggio in Sicilia è del 1958) della cultura del primordio, dell’originario, ove il quotidiano è ancora pervaso dal simbolico. L’”altro viaggio”, quello che il suo spirito compie nel corpo dell’arte, non ha punti di approdo: Peter Willburger non sceglie, anzi si muove sulle capacità rigenerative e metamorfiche del segno, sulla sua vocazione di definire o annullare lo spazio, di animare in esso la vita.
Tentare ciò che è sconosciuto con ciò che si conosce: un autoritratto.
Peter Willburger
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