Descrizione
Nel percorso espositivo, Francesco Cocco (Scafati, 1968), ha coniugato insieme, in una originale costellazione metalinguistica, i vari linguaggi del contemporaneo: dal disegno alla pittura, dalla scrittura alla fotografia, dal video all’installazione e alla performance, mantenendo con lucidità e coerenza le fila di un discorso critico, tutto improntato sul “giocoso” equilibrio della condizione umana. Nelle sale della galleria, l’artista ha costruito un luogo immaginifico in cui lo spettatore vive un’esperienza regressiva, come in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo della memoria, ritrovando le immagini residuali di un passato infantile, che altro non è che l’infanzia dell’autore stesso.
Nella sua ricerca pittorica, Francesco Cocco mantiene vivo il proprio sguardo sulla sua infanzia, come un serbatoio da cui attingere idee e raccontare – ora da adulto – storie pregresse, senza perdere però l’incanto del fanciullo. Stratificazioni, cancellature e scritte si susseguono sulle superficie, codificandosi in plurimi simboli e assumendo il valore di una denuncia sociale e politica, dai toni pacati, ma non per questo meno efficaci. Da queste superfici affiorano spesso macchie cromatiche “neo-informali”, concepite quasi come intercapedini del tessuto figurativo, che aprono squarci nella memoria e dilatano il senso del tempo, dall’empirico all’inesperito.
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