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Ernesto Terlizzi – Ma che ne sanno gli altri

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Descrizione

Ernesto Terlizzi realizza il ciclo di opere sul tema sociale degli immigrati. ” Ma che ne sanno gli altri” è il catalogo curato da Gutenberg Edizioni presentato nel Novembre 2023 presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli a cui ha partecipato il Direttore editoriale Carmine Vitale. Per onorare questo nuovo ciclo di 20 opere la Gutenberg Edizioni ha dedicato, ad esse, lo storico calendario (giunto alla ventiduesima edizione) presentato il 30 Gennaio 2023 a Salerno nel Salone Genovesi della Camera di Commercio. Per questo evento la mostra – curata da Marco Di Capua – ha avuto luogo dall’ 8 giugno al 18 settembre 2023 nella Sala della Farnesina.

SULL’ARTISTA…

ERNESTO TERLIZZI nasce ad Angri (Salerno) dove vive e lavora. Dopo la maturità artistica frequenta Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Qui l’artista alla fine degli anni sessanta giovanissimo, conobbe e sperimentò le proposte post/informali ed oggettuali che allora animavano il dibattito artistico partenopeo allievo di Brancaccio, Pisani, De Stefano e Spinosa. Pur risentendo degli influssi di tali insegnamenti, il giovane artista non delinea nel suo lavoro precisi riferimenti ai suoi maestri, ma ricerca una sua personale linea espressiva grazie ad una più raccolta ed analitica indagine sulle capacità del segno, documentata dalle chine degli anni ‘70. Opere tutte giocate sul contrasto tra bianco e nero in cui è chiara, la rinuncia alle turbolenze del colore tutto partenopeo ed all’eloquenza della materia, per sottolineare l’affilata precisione del tratto. Nei decenni successivi, tra gli anni ’80 e ’90 il segno, suo primario elemento di riconoscimento, non è più assunto solo nella sua veste grafica, ma si carica di nuove valenze espressive integrandosi al resto della composizione, sempre più esaltata dal ruolo della materia cromatica offerta attraverso il fascino di stucchi e pastelli tra stratificazioni ed azzeramenti, quale evidenza di autentiche e pregnanti tensioni interiori.

Successivamente, a partire dalla fine degli anni ’90 dopo il perdurare di un’attenzione minimale e di azzeramento cromatico, l’artista indaga l’intrigo di materiali diversi, come la juta, la garza, il legno per esaltarne il fascino della loro percezione e superficie che, d’ora in poi, si fa sempre più tattile e suggestiva. Infatti, negli anni a seguire, i materiali utilizzati su cui si posa lo sguardo dell’artista saranno sempre più e disparati e plastici, come la pietra, il cartone e la lamiera che vengono da Terlizzi assemblati e ricuciti, dal suo segno in continuo divenire e dai forti rimandi evocativi.

 

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