Descrizione
In questo libro l’autore ha avuto la capacità di recuperare la zampogna come strumento musicale, con sonorità contemporanee, quindi, come segnalava Ferrarotti, quale presagio di un mondo nuovo, quale identità che viene faticosamente alla luce. Giordano lo fa anche portando sul palcoscenico la zampogna, combinando la sua sonorità con il sound dei nostri giorni, superando il folclore che attinge, senza anima, dalla fortunata stagione degli anni Settanta che, con saggia misura, accese i fari sulla musica così detta popolare. Questo strumento è forse oggi la testimonianza più potente della negazione di un mondo e di una cultura, quelle dei ceti contadini dei secoli passati, del silenzio totale caduto sulle loro voci, i loro pensieri, le loro vite, di cui tutto ciò che si conserva o si ricorda arriva solo attraverso le parole distanti e, appunto esotizzanti, dei ceti colti.
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