Descrizione
Massimo Bignardi – Arturo Pagano Dipinti e Disegni 1977-1985
La monografia raccogli i dipinti, i disegni e le tempere che l’artista Arturo Pagano ha realizzato a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80. Un’esperienza inedita che testimonia il periodo vissuto tra Torre del Greco e Roma. Esperienze che si nutrono della transavanguardia e dove è possibile registrare la presenza di elementi tridimensionali. Si tratta della necessità di aprire un varco concreto offrendo alla pittura la possibilità di trasformarsi in ‘corpo’.
Una figurazione dai toni irruenti, dettata da larghe pennellate e da frammenti di figure di una mitologia autobiografica, trasferita attraverso segnali ancestrali.
Sull’Autore
ARTURO PAGANO, nasce a Torre del Greco (NA) nel 1958. Si forma presso l’Istituto d’Arte della sua città natale, sotto gli insegnamenti del maestro Renato Barisani. Inizia la sua attività espositiva nel 1978, con una pittura contrassegnata da unimpianto figurale. Dopo i soggiorni a Roma, nei primi anni ottanta, a metà del decennio, registra un ulteriore passaggio verso una nuova ricerca spaziale che libererà l’opera dall’elemento figurale. In questa fase l’artista utilizza catrame, ferro, fuliggine, giocando sul un contrasto polare, bianco-nero, rendendo protagonista la luce, come proposto dalle opere esposte nella mostra “Vitalità della Scultura”,curata da Massimo Bignardi e tenutasi, tra il 1989 e il 1990, a Milano, al Nuovo Spazio Aleph, alla Pinacoteca di Macerata, al Castello Aragonese di Ischia, agli Antichi Arsenali di Amalfi, al Castello di Cerro al Volturno. Nello stesso anno è invitato alla XXXIV Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di Termoli.
Gli anni ’90
Le esperienze dei primi anni novanta testimoniano l’emergere della forma dal piano per affermarsi come architettura, e saranno esposte nel 1990, in occasione delle personali alla galleria Dedalos, a San Severo e alla Pinacoteca Comunale di Macerata. La breve stagione degli impaginati monocromi e del recupero dell’oggetto è proposta nell’ambito di varie mostre, tra queste “Trame del disegno italiano contemporaneo”, presso la galleria Dedalos, nel 1997 e “Paesaggi Contaminati”, nelle ex Carceri di Vitulano, nel 1998. In questi anni compaiono brani di radiografie in impianti geometrici dai colori squillanti, stesi in campiture piane. Un nuovo cambiamento di rotta si registra con la riproposizione dell’oggetto quotidiano in complessi plastici, esposti nel 1999, al XXIV Premio Sulmona. La progressiva tendenza a ridurre la distanza tra scultura e pittura, si esplica nell’utilizzo del vetro e di sempre più ampie campiture di colore rosso e giallo, sua cifra distintiva, interrotte dall’inserimento di frammenti di radiografie, come nelle opere presenti nella personale “Itinerario Inverso”, al Museo del Sannio di Benevento. È del 2004 la personale “Opere recenti”, presso il Museo FRaC-Baronissi.
I lavori di questi anni oscillano tra immagine e forma, pittura e scultura, e puntano a dare corpo a un tentativo di aprire nuove prospettive costruttive, così come si registra nell’installazione realizzata nel 2009 nel chiostro di San Galgano, nell’ambito della rassegna promossa dalla cattedra di Storia dell’Arte contemporanea dell’Università di Siena. Nel 2010 realizza il manifesto per il Premio Strega, che gli offre l’occasione per la mostra all’I.I.C. di Vienna. Inoltre, nel 2011, viene invitato a partecipare allo “Stato dell’Arte”, Padiglione italiano della 54a Biennale di Venezia. Del 2015 sono le due personali, dal titolo “Geometrie e rilievi”, presso il Centro Luigi Di Sarro, e l’I.I.C. Colonia. Vive, lavora e pensa altrove.






Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.